Parliamo italiano!
Mentre in Italia si fa di tutto per NON parlare italiano, distruggendo così la lingua e la cultura italiane (che sono quello che tiene insieme un paese), sembra che queste siano apprezzate di più all'estero. Per questa ragione, ho deciso di fare alcune brevi videointerviste con persone non italiane per scoprire perché parlano italiano.
Foto di Ivanhoe
Parliamo italiano perché la sopravvivenza e valorizzazione della musica (e dei musicisti) in Italia dipende dalla sopravvivenza e valorizzazione di tutto l'immenso patrimonio artistico-culturale italiano, che include la musica, e questo comincia dalla lingua italiana.
La cultura musicale italiana è famosissima in tutto il mondo e, in verità, tutta la cultura musicale occidentale ha le sue radici in Italia, a cominciare dal sistema di notazione musicale tuttora in uso, perfezionato da Guido d'Arezzo, circa mille anni fa.
Questo nostro tesoro è ciò che è più conosciuto e apprezzato dai non italiani in tutto il mondo, ciò per cui in milioni vengono a visitare l'Italia.
Invece, sembra che facciano di tutto per sminuire il valore della nostra cultura, a partire proprio dalla distruzione della nostra lingua.
Leggi altro su come è stata organizzata la colonizzazione anglofona e sull'imperialismo linguistico.
Ecco qui le videointerviste, volevo scoprire cos'è che attira molte persone non italiane verso la nostra lingua che, notoriamente, non è tra le più facili da imparare, con tutte quelle eccezioni...
C'è una varietà di persone: una musicista, una dottoressa, insegnanti, imprenditori, contabili, un giudice, una traduttrice, un lessicografo e un archeologo del museo di Oxford.
Facendo queste in terviste, mi è piaciuto venire a conoscere un po' della loro vita e cosa li ha portati ad avvicinarsi alla lingua italiana.
Sentirlo dalla loro voce può farci rendere conto di alcuni aspetti che in Italia diamo per scontati e non apprezziamo.
Già insegnante di inglese in Italia.
Già insegnante di inglese in Italia.
Preciso che io vivo in Inghilterra dal 2003, ho imparato l'inglese molto prima perché amo la lingua inglese così come amo altre lingue. Trovo che sia utile conoscere l'inglese come sia utile conoscere altre lingue.
Ciò che non mi piace e trovo pericoloso, è che una lingua, qualunque essa sia, prenda il sopravvento sulle altre.
Al momento si tratta dell'inglese ma in futuro potrebbe essere il cinese o l'arabo o il russo o altre lingue, sempre con gli stessi risultati distruttivi.
Quindi, secondo me, tutti coloro che infarciscono le loro frasi con parole inglesi quando non è strettamente necessario, non si rendono conto che stanno contribuendo al suicido/assassinio collettivo della nostra lingua e della nostro patrimonio culturale, che in gran parte include la nostra cultura musicale.
Parlo italiano "... perché mi piace molto l'opera..."
"Sono una musicista, per questo parlo italiano"
Già insegnante di inglese in Italia.
"Parlo italiano perché è la lingua..."
Continuerò a fare altre interviste, premi i tasti Ctrl e D per salvare questa pagina tra i tuoi Sergnalibri/Preferiti e tornare a visitarla.
In conclusione, penso che se vogliamo risollevare le sorti dell'Italia e, in particolare della musica, dobbiamo valorizzare il nostro vastissimo patrimonio culturale e per prima cosa valorizzare il suo fondamento che è la lingua italiana.
Quindi cominciamo tutti e...
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-->Ricordo personale di Kató Havas - Articolo
Kato Havas obituaries, on The Strad and The Times
... such is the illumination and comprehensiveness of Chandler’s
writing that those of a lazy disposition could perhaps dispense with the
critical comment and read just his summaries.
Recensione del libro su Opera Today
"...But the music -- oh, what music! -- is rapturously beautiful..."
www.musicalcriticism.com
Grabbing Power and Hearts
‘La Nave’ at the Rose Theater
New York Times
Essays on the Montemezzi-d’Annunzio “Nave” rappresenta una delle più aggiornate e complete pubblicazioni sulla fortuna scenica e sulla ricezione critica de La Nave, necessaria per ripensare oggi al destino della più ambiziosa e oscura opera di Italo Montemezzi.
Altrettanto interessante risulta l’apparato iconografico ... bozzetti e foto di scena...
Il volume di David Chandler rappresenta non soltanto un prezioso con-
tributo per lo studio de La Nave di Montemezzi, ma anche un ottimo punto di partenza per lo studioso del teatro di d’Annunzio che intendesse avvicinarsi all’universo di uno dei principali e tuttora oscuri compositori italiani del Novecento, finora ricordato unicamente – e probabilmente a torto – per il suo lavoro con Sem Benelli per L’amore dei tre re.
Recensione (in Italiano) del libro in Archivio D'Annunzio dell'Università Ca' Foscari di Venezia
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